Premessa

Il nuovo D.P.C.M. del 03.11.2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 04.11.2020, entrerà di fatto in vigore Venerdì 6 novembre 2020, data a partire dalla quale, e per almeno 15 giorni, quelle che chiameremo aree rosse” – ovvero quelle a massimo rischio – dovranno subire una chiusura pressoché totale, estremamente simile a quella imposta lo scorso marzo.

A fianco delle aree “rosse” si avranno aree che potremmo definire “arancioni”, ovvero a rischio, ma di fatto l’intera nazione passa da “bianca” a “gialla”, visto che vengono introdotte misure più restrittive rispetto a quelle già in vigore in base ai precedenti D.P.C.M., misure che varranno anche nei territori che versano in una situazione non così grave come quelle delle aree rosse e arancioni.

È quindi evidente che di fondamentale importanza è la composizione delle aree; al momento Il Ministero della Salute ha classificato come

A stabilire con precisione le aree sarà il Ministero della Salute, con propria ordinanza, basando la propria decisione sul monitoraggio dei dati epidemiologici, secondo i criteri che sono stati condivisi con la Conferenza delle Regioni e Province autonome. I dati saranno rivisti con frequenza almeno settimanale, e di conseguenza le aree potranno variare nella loro composizione nel tempo. In ogni caso, a partire dal momento in cui le ordinanze del Ministero della Salute verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale, le disposizioni si applicheranno dal giorno successivo, e per un periodo minimo di 15 giorni.

Andiamo nel seguito sinteticamente a riportare le novità contenute nel provvedimento rispetto alle misure dapprima vigenti, distinguendole per area.

Area gialla: intero territorio nazionale salvo maggiori restrizioni

Come si è detto in premessa, su tutto il territorio nazionale vengono imposte nuove restrizioni rispetto al precedente D.P.C.M. 24 ottobre 2020. Le indicazioni a seguire sono quelle meno stringenti, che varranno solo per le aree a minor rischio.

Area arancione: ad elevata gravità

La “zona arancione “comprenderà aree caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto; come tale è soggetta alle stesse limitazioni dell’area gialla, ed in più vengono imposte ulteriori misure restrittive.

Area rossa: massima gravità

Con il termine “zona rossa” intendiamo identificare le aree che, dall’analisi dei dati epidemiologici, dimostrano uno scenario di massima gravità, con livello di rischio alto. In queste aree vengono conseguentemente, adottate le misure più stringenti in assoluto. Valgono quindi le regole previste per l’area gialla (ovvero quelle che valgono su tutto il territorio nazionale), cui si aggiungono disposizioni particolarmente restrittive e specifiche:

 

Attività consentite nell’area rossa

Le zone cui viene assegnato il massimo grado di allerta, ovvero le “zone rosse”, viene imposta la chiusura agli esercizi di ristorazione (permesse tuttavia le consegne a domicilio) e sono obbligati alla chiusura anche il commercio al dettaglio i servizi alla persona.

Nell’ambito del commercio al dettaglio e dei servizi alla persona, similarmente a quanto già accaduto in occasione del D.P.C.M. 11 marzo 2020, alcune attività possono comunque proseguire.

Tali attività sono riportate agli allegati n. 23 e n. 24 al D.P.C.M. e ricalcano in gran parte le eccezioni già previste in occasione del D.P.C.M. 11 marzo 2020, seppure con alcune novità.

A differenza di quanto accaduto in passato potranno proseguire l’attività barbieri e parrucchieri (ma, inspiegabilmente, non gli estetisti), mentre il commercio di fiori e piante, che tante discussioni aveva sollevato in precedenza, è da subito presente nell’elenco delle attività autorizzate.

Di seguito le attività che possono restare aperte, anche se ubicate nelle aree a maggior rischio.

Allegato 23  – Commercio al dettaglio

Allegato 24  – Servizi per la persona

Conclusioni

Di fatto, è lockdown, almeno per una fetta consistente del territorio nazionale. Si evidenzia, tuttavia, che su tutto il territorio nazionale restano aperte le attività commerciali all’ingrosso e le attività industriali, nonché quelle professionali, mentre viene imposto alla pubblica amministrazione di dare massima attuazione al lavoro agile, fornendo analoga raccomandazione ai datori di lavoro privati.